Per vie traverse, da noi opportunamente coltivate, venimmo a sapere che i nostri
rivali del Pegaso, trascorso il breve periodo iniziale di volontaria franchigia, si accingevano a dare il via alle spinguinature.
La notizia ci sollevò, perché qualunque cosa sembrava migliore dell’incertezza nella quale stavamo vivendo. Così, ci apprestammo anche noi a porre in essere le contromisure sulle quali ci eravamo accordati in riunioni concitate tenute sia in aula di studio, sia in sala ricreazione, al riparo da orecchi indiscreti. Presto questo genere di riunioni servì indirettamente a fissare il principio che il Rostro, in tutte le sue manifestazioni, si doveva comportare secondo modalità discusse ed approvate a maggioranza, alle quali si dovevano pacificamente adeguare anche coloro che, sullo specifico problema, avevano avuto idee diverse da quella alla fina prescelta.
Per prima cosa, evitammo accuratamente di muoverci in modo isolato o di
frequentare luoghi e ambienti non presidiati da superiori. Per la notte, ritenemmo invece sufficiente istituire dei turni di guardia, per prevenire intrusioni nelle nostre camerate.
Sembrava tutto relativamente semplice, d’altro canto la nostra difesa doveva
limitarsi alle sole forme passive. E poi, per quanto ne sapevamo, la spinguinatura per
tradizione avveniva a rischio degli stessi anziani dato che essi, ove fossero stati
sorpresi sul fatto, sarebbero stati puniti. Secondo la logica delle cose, ci
attendevamo che il Pegaso avrebbe fatto ricorso ad ogni astuzia, avvalendosi della
sua maggiore esperienza, per