La qualifica di “ALLIEVO“ che da quel momento veniva anteposta ad ogni nome, conteneva l’impegno a vivere una vita di affetto e di simbiosi assolutamente inimmaginabile. In brevissimo tempo tutti si sarebbero resi conto di dover agire non più solo per sé ma in coerenza con gli altri e per giovani usciti repentinamente da famiglie che forse li viziavano un po', ciò avrebbe rappresentato un grosso sacrificio. Poiché nulla è facile nella vita, si è sofferto e tutti hanno dovuto appoggiarsi agli altri per superare le difficoltà, ma questo ha generato un processo di integrazione così perfetto da far diventare il Corso una famiglia. A distanza d’anni infatti quando ci si incontra si ha la sensazione di non esserci mai separati. La competizione tra individui si è spesso annullata di fronte alla necessità di far eccellere il Corso, così esso è divenuto una realtà tale da costringere ogni singolo a dedicare tutte le proprie forze al bene di tutti e non avere il tempo per invidiare il successo degli altri.
Tutti dobbiamo dunque sentici artefici dei successi che il Corso ROSTRO ha avuto, nessuno escluso di quei 90 che con trepidazione hanno sentito pronunciare il proprio nome durante la lettura della graduatoria quel 28 Ottobre 1956.
A tutti è dunque dedicato questo breve riassunto di vita vissuta, a coloro che sono tra noi, ma ancor più a quelli che non sono fisicamente con noi ma che non cesseranno mai d’essere nel nostro cuore.