Il volo.
“ ..lasciata la città di pianto e foco
passammo nella valle di Caina
e quivi, stanco, feci sosta un poco..”
(Inferno – Canto VII°)
La leggendaria Scuola di Volo di Pomigliano d’Arco era proprio così, una sosta ed un sollievo dalla dura vita di Nisida.
L’ambiente aeroportuale, per quanto sempre militare, era tuttavia più prossimo a quello di un tipico reparto di volo, forse perché la maggior parte degli istruttori, vivendo al di fuori della realtà accademica, non aveva avuto modo di incarognirsi nei rituali disciplinari in vigore nel massimo Istituto e, quindi, ci trattava con la bonarietà di un padre o di un fratello maggiore.
Tutti si ricorderanno delle mattinate passate al sole, con la schiena comodamente appoggiata al telo del grosso tendone posto in zona “3 – B – L – “ (tre baracche linea) in attesa del proprio turno di volo, ascoltando sulla radiolina l’ultimo successo di Modugno a Sanremo, che era proprio “Nel blu dipinto di blu”.
Pomigliano era per noi la palestra in cui potevamo finalmente esprimere quella passione che ci aveva spinti a lasciare famigliari ed amici pur di vivere i nostri sogni.
Gli istruttori, molti dei quali avevano combattuto nella 2° Guerra Mondiale, per noi allievi erano dei semidei, in grado di correggere tempestivamente ogni nostro errore di manovra, per quanto grave.
A modo proprio, ognuno di essi era un personaggio, con le sue caratteristiche, il suo modo di parlare, la sua brusca franchezza e, in qualche caso, con le sue piccole manie, che non ci importavano più di tanto perché ai nostri occhi erano il massimo.
Anche nel prosieguo della carriera, li avremmo sempre ricordati con grande gratitudine ed affetto.
Questa componente di “manici” era comandata, da tempo immemorabile, dal T.Col. Biagetti, detto Baffo Punto Cinque per il compiaciuto sussiego con cui amava citare a memoria le quattro (dico quattro) frequenze VHF di cui era dotato il Macchi 416, macchina che aveva sfornato generazioni di piloti.
Mica era da tutti tenere a mente sedici numeri e quattro virgole da distribuire, senza errori, nei canali A, B, C, e D quarzati a bordo del velivolo.