Page 77 - La cima di Tifata
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 parlato, rimane la "professione" cioè la didattica formativa.
Qui ho veramente una solida esperienza: Politec- nico di Milano, di Torino, scuole d'applicazione d'arma di Torino, scuola di ingegneria aerospazia- le di Roma (quella che era, non so ora, in S. Pietro in Vincoli, vicino al Mosè, accanto a quel sovrarco alla cui finestra raccontano si affacciasseLucrezia Borgia esponendo i seni al Ponentino ... quanto sei bellaRoma...) fino all'"lnstitut superieurde gestion" di Parigi. Da una parte all'altra della banicata.
Il programma didattico era nel suo complesso coe- rente e ben strutturato, rivisto oggi direi quasi una smpresa.
È logico che se ad "armi e tiro" il piatto forte era in traguardo lazza è perchè non avevamo altro.
Se a "fotografia" ci veniva illustrata la Allineati e Coperti, pardon, la Lamperti Garbagnati è perchè quello passava il convento.
Sì, c'era l'officina meccanica, ma nel '36 la mag- gior parte degli avioni era ancora in tela e legno e la mentalità del tempo voleva che "l'uffiziale" tut- to sapesse anche intelare!
Muro o non muro tre passi indietro!
Sì, c'era l'equitazione perchè allora il Re passa- va le riviste a cavallo (con il Camilla Barioglio
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